Friday, May 18, 2007

"Islam vs. Islamist", il documentario incriminato

di Giulia Francesca Panciera

La televisione pubblica Usa investe piú di 600 mila dollari in un progetto che poi decide di non mandare in onda. Il documentario Muslim vs Islamist viene censurato perché prova come gli estremisti islamici stiano cercando di creare "societá parallele", in America ed in Europa, dove l'unica legge ammessa è la Sharia.

L'establishment dei media americani, in gran parte liberal e nemico dei conservatori, in nome del "freedom of speech" ha sempre difeso il diritto di pubblicare e mandare in onda anche l'indifendibile. Ma adesso sembra aver fatto un repentino dietrofront dinanzi a un documentario sull'estremismo islamico che stava per essere trasmesso dalla Pbs, importante rete televisiva pubblica americana. I paladini della libertà d'espressione, stavolta, si sono strasformati in difensori della censura.

Islam vs. Islamist: Voices from the Muslim Center" è uno dei documentari inizialmente previsti in un progetto chiamato America at a Crossroads, una miniserie nata con l'intento di rappresentare l'impatto che gli attentati dell'11 settembre hanno avuto non solo sulla società americana, ma sul mondo occidentale nel suo complesso.

Il documentario, costato più di 600 mila dollari, indagava sul conflitto emerso nelle comunitá islamiche americane ed europee dopo gli attacchi del 2001, testimoniando come i mussulmani moderati siano stati messi a tacere, con le minacce, dalle fazioni più radicali. Non solo. Documentava, in modo chiaro ed accurato, come uno degli obiettivi degli estremisti islamici sia proprio la creazione di società parallele, di veri e propri "microstati" regolati dalla Sharia all'interno degli Stati occidentali.

Bollato come fazioso dal managment del canale pubblico, “Islam vs Islamist” mostra in realtà ambedue i volti della religione di Maometto. Non omette di citare i mussulmani che, seguendo un modello di pace e tolleranza, denunciano – spesso pagando caro - la diffusione del terrore in nome dell'Islam.

Riporta casi di mussulmani che, per avere difeso il modello di democrazia liberale occidentale, sono stati attaccati dai loro correligionari impegnati a costruire un mondo dove l'Islam sia l'unico sistema politico-religioso. Così, anche grazie a questa censura, una delle domande piú ricorrenti tra gli americani, e cioè se esistano davvero mussulmani moderati, fará fatica a trovare risposta.

© Confronto

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