Thursday, August 23, 2007

L'inciviltà della Saudi Airlines e le parole al vento di D'Alema

Nel marzo del 2006 Massimo D’Alema, a margine di un convegno sulla societa’ multiculturale, sosteneva di non avere dubbi sul fatto di dover “rivendicare che in tutti i paesi ci sia la liberta' religiosa”. Ora, da ministro degli Esteri, potrebbe fare una telefonata a Sua Eccellenza Mohammed Ibrahim I. Al Jarallah, ambasciatore in Italia del Regno dell'Arabia Saudita, per chiedere lumi su una piccola regola della Saudi Airlines.

Il sito ufficiale della compagnia aerea saudita, alla voce “Customs Regulation”, recita che, per ragioni religiose e leggi locali, le linee aeree di Riyadh vietano di introdurre nel regno, e quindi sui loro apparecchi, "oggetti e articoli che appartengono a religioni" diverse da quella mussulmana. Questi oggetti "possono includere Bibbie, crocifissi, statue, sculture, oggetti con simboli religiosi come la stella di David e altri".

Sul sito italiano dell’ambasciata pero’, tra le restrizioni per chi viaggia in Arabia Saudita, leggiamo solo che “sono proibiti alcol, narcotici, armi, munizioni, carne suina e materiale pornografico” e che “Makkah e Madinah sono luoghi di particolare significato religioso e solo persone di fede islamica vi possono accedere”.

In attesa di capire quale tra i due siti sia il piu’ aggiornato (il sospetto e’ che in via Raimondi qualcuno sia in ferie), qui si e’ pienamente d’accordo con quanto si legge sul New York Sun. Daniel Pipes lancia infatti una sensatissima provocazione: impedire alla Saudi Airlines di fare rotta nei 18 aeroporti europei in cui fa scalo, nel Nord America e in Giappone, almeno fino a quando non verrà cambiata la regola doganale che discrimina e offende i fedeli di altre religioni.

L'idea di Pipes si basa su quel criterio di reciprocità che dovrebbe valere tra tutti i paesi civili. L'Arabia Saudita, non potendo permettersi di essere esclusa da queste rotte, tantomeno di rischiare l'isolamento applicando una sorta di embargo alle compagnie aeree occidentali, a questo punto potrebbe valutare di compiere un passo indietro e adottare regole più civili. Aprendo uno spiraglio a quella liberta' di culto che il nostro ministro degli Esteri, almeno a parole, un tempo difendeva.

1 comment:

Anonymous said...

Sono andato sul sito "ufficiale" indicato (oggi 12 dicembre 2007) e non ho trovato menzione delle restrizioni "religiose". Probabilmente è un segno di progresso e di apertura - oltretutto, per quanto posso giudicare, in perfetta linea con la fede mussulmana.