Hillary Clinton non ha le carte in regola per essere il prossimo presidente degli Stati Uniti. A dirlo ogni giorno non sono i candidati alla nomination del Grand Old Party, bensi' i compagni di partito della stessa Hillary che, attualmente, sembrano essere i suoi piu' acerrimi nemici.
Barack Obama e John Edwards nel dibattito di ieri, hanno attaccato ripetutamente Hillary Clinton accusandola di avere delle posizioni ambigue su diversi temi (Iraq e Iran, ad esempio) e di cambiare spesso versione a seconda di chi sia l'interlocutore: dice una cosa quando parla negli Stati e l'esatto contrario quando e' a Washington o a New York.
Mancano meno di due mesi alle primarie in Iowa, e che simili attacchi siano pura tattica per cercare di ridurre il gap tra la front runner democratica e i suoi rivali e' cosa abbastanza ovvia. Presto i sondaggi ci diranno se l'effetto e' stato raggiunto.
Di sicuro, sin d'ora, c'e' che agli americani sintonizzati sul dibattito non e' sfuggita la brusca retromarcia di Hillary su una domanda relativa alla (mostruosa) proposta del Governatore di New York, Spitzer, di dare agli immigrati irregolari la patente. La senatrice prima si e' detta d'accordo con la proposta ma, dopo essere stata criticata dagli altri candidati, ha cambiato versione. John Edwards ha prontamente affermato "se non ho perso qualcosa, il senatore Clinton ha detto due cose diverse nel giro di pochi minuti" . Dello stesso avviso Barack Obama che si e' detto confuso dalla risposta di Hillary." Non ho capito se fosse favorevole o contraria alla proposta.
La senatrice (eletta nello stato di New York) sembra conoscere molto poco il suo collegio elettorale. Tanto da affermare che nello stato di New York ci sarabbero "svariati milioni' di immigrati irregolari. Il che, se la matematica non e' un'opinione, equivale a dire che piu' del 20% degli abitanti di questo stato sono clandestini.
Complimenti.
Qui su Hot Air il video con il momento clou, qui e qui la trascrizione tratta dal dibattito.
Wednesday, October 31, 2007
Tuesday, October 30, 2007
Quando l'Iraq aiuta la California
Gli americani sono piu' amati dagli iracheni che dagli europei. Lo si capisce chiaramente leggendo quanto scritto da Richard S. Lowry nel suo blog, che riporta una storia di eccezionale generosita'. Ma non solo. Questa rappresenta l'ennesima prova di come le conseguenze della guerra in Iraq possano avere una chiave di lettura completamente diversa da quella che la maggior parte dei media offre.
I militari iracheni di stanza a Besmaya, infatti, hanno raccolto 1000 dollari da inviare a supporto dei californiani vittime dei tremendi roghi che hanno devastato parte del Golden State. Dimostrazione, questa, di come i soldati iracheni non dimentichino "l'aiuto che il governo americano ha dato al popolo iracheno".
I militari iracheni di stanza a Besmaya, infatti, hanno raccolto 1000 dollari da inviare a supporto dei californiani vittime dei tremendi roghi che hanno devastato parte del Golden State. Dimostrazione, questa, di come i soldati iracheni non dimentichino "l'aiuto che il governo americano ha dato al popolo iracheno".
Friday, October 26, 2007
Eia, Eia, Zulfiqar
Coloratissima ed inequivocabile la risposta dell'Iran alle recenti sanzioni americane.
Ad una parata militare alla presenza dell'Ayatollah Ali Khamenei, i soldatini iraniani diventano un gigantesco Zulfiqar, la scimitarra simbolo di onore e martirio, che infilza una stella di David e una bandiera americana a 'svastiche' e strisce. Il video, trasmesso sul primo canale della tv iraniana, lo trovate (grazie a MEMRI) qui.
Ad una parata militare alla presenza dell'Ayatollah Ali Khamenei, i soldatini iraniani diventano un gigantesco Zulfiqar, la scimitarra simbolo di onore e martirio, che infilza una stella di David e una bandiera americana a 'svastiche' e strisce. Il video, trasmesso sul primo canale della tv iraniana, lo trovate (grazie a MEMRI) qui.
Wednesday, October 24, 2007
On the California Wildfires
Clicchi Hillary Clinton e trovi questo. Barack Obama ti manda direttamente da Schwarzenegger e John Edwards sembra prediligere la croce rossa.
Rudy Giuliani, John McCain , Mitt Romney e Fred Thompson non dicono nulla (per ora).
Very disappointing.
Rudy Giuliani, John McCain , Mitt Romney e Fred Thompson non dicono nulla (per ora).
Very disappointing.
Monday, October 22, 2007
Giuliani: "America can't afford you" Hillary Clinton
Durante il dibattito di ieri sera in Florida, Chris Wallace ha pungolato Rudy Giuliani chiedendogli se fosse vero che le sue posizioni su temi sociali come aborto, matrimoni gay e controllo delle armi da fuoco, non fossero poi cosi' distanti da quelle della front runner democratica.
Parafrasando Hillary Clinton e le sue idee per cambiare l'America, Rudy ha risposto cosi'.
Parafrasando Hillary Clinton e le sue idee per cambiare l'America, Rudy ha risposto cosi'.
Friday, October 19, 2007
Bomba o non bomba
Quando leggo notizie come questa, la prima reazione che provo è di stupore.
Stupore non per l'atto – al quale ognuno di noi può accostare i più variopinti epiteti - ma per le circostanze.
Fontana di Trevi non è il Tevere o il lago di Bracciano. E' un monumento al centro di una delle città più belle del mondo. Palazzo Chigi, il Parlamento e ministeri vari sono lì a poche centinaia di metri. Vigili, carabinieri e polizia - insieme a turisti, venditori ambulanti e calessi - passano ore e ore di stanza alla Fontana di Trevi. La densità di forze dell'ordine presenti nell'ipotetica circonferenza che ha come centro la Fontana di Trevi e arriva fino al Parlamento è altissima.
Com'è possibile, allora, che nessuno si sia accorto di nulla?
La verità è che Roma è indifesa. Altro che Al Gore e le sue teorie sul global warming: la vera paura è un'altra, molto più vicina e concreta.
Se è stato così semplice riversare del colore nella fontana, lasciare la scatola con i volantini della rivendicazione e scomparire... quando si parla di "rischio attentati in Italia", voi, che sensazione provate?
Stupore non per l'atto – al quale ognuno di noi può accostare i più variopinti epiteti - ma per le circostanze.
Fontana di Trevi non è il Tevere o il lago di Bracciano. E' un monumento al centro di una delle città più belle del mondo. Palazzo Chigi, il Parlamento e ministeri vari sono lì a poche centinaia di metri. Vigili, carabinieri e polizia - insieme a turisti, venditori ambulanti e calessi - passano ore e ore di stanza alla Fontana di Trevi. La densità di forze dell'ordine presenti nell'ipotetica circonferenza che ha come centro la Fontana di Trevi e arriva fino al Parlamento è altissima.
Com'è possibile, allora, che nessuno si sia accorto di nulla?
La verità è che Roma è indifesa. Altro che Al Gore e le sue teorie sul global warming: la vera paura è un'altra, molto più vicina e concreta.
Se è stato così semplice riversare del colore nella fontana, lasciare la scatola con i volantini della rivendicazione e scomparire... quando si parla di "rischio attentati in Italia", voi, che sensazione provate?
Tuesday, October 16, 2007
Hillary's money
Snocciolati i risultati della raccolta dei fondi, scoppia la guerra tra Obama e Hillary.
Il senatore dell'Illonois ha appena mandato una email ai suoi sostenitori, chiedendo un aiuto per chiudere il gap con la frontrunner democratica: servono 2.1 milioni di dollari.
Il messaggio lanciato da Obama arriva dritto al punto, ' i soldi di Hillary Clinton arrivano dai lobbisti e da gruppi di interesse' e non da americani che cercano un vero cambiamento a Washington.
Insomma, Hillary puzza di vecchio e Obama scrive a chiare lettere che lui, dalla potentissime lobby americane, non ha accettato nemmeno un centesimo. Mentre lei ha candidamente affermato che i lobbisti rappresantano 'real Americans'
Monday, October 15, 2007
Il guru di JFK: Giuliani mandera' al tappeto Hillary
Ted Sorensen, storico braccio destro di John F. Kennedy, non è l'ultimo arrivato tra i democratici americani. Eppure, sull'esito di quello che appare come il più probabile scontro per aggiudicarsi la Casa Bianca, non ha dubbi: Hillary Clinton uscirebbe massacrata da uno scontro con Rudy Giuliani. Il problema di Hillary, spiega senza peli sulla lingua, è che "non piace a moltissime persone". In questa intervista al quotidiano inglese Telegraph, Sorensen riversa critiche a fiume sull'ex first lady che, per il guru di JFK, tende a tergiversare piu' del necessario e a presentare "programmi in 5 punti" piu' adatti a lezioni universitarie che a elezioni presidenziali.
Molto meglio, per il partito democratico, sarebbe secondo lui candidare Barack Obama, al quale riconosce tante qualità in comune con John F. Kennedy. Iniziando da un sorriso "vincente" e un modo di comunicare con il proprio pubblico calmo e rilassato, che arriva dritto al cuore degli americani. Kennedy segno' un'era diventando il primo presidente cattolico degli Stati Uniti. Adesso Obama, secondo Sorensen, potrebbe essere il primo afro-americano ad occupare la Casa Bianca.
Qui un video di Sorensen che introduce Barack Obama ad un comizio a Des Moines, Iowa.
Molto meglio, per il partito democratico, sarebbe secondo lui candidare Barack Obama, al quale riconosce tante qualità in comune con John F. Kennedy. Iniziando da un sorriso "vincente" e un modo di comunicare con il proprio pubblico calmo e rilassato, che arriva dritto al cuore degli americani. Kennedy segno' un'era diventando il primo presidente cattolico degli Stati Uniti. Adesso Obama, secondo Sorensen, potrebbe essere il primo afro-americano ad occupare la Casa Bianca.
Qui un video di Sorensen che introduce Barack Obama ad un comizio a Des Moines, Iowa.
Sunday, October 14, 2007
The biggest threat to the West lies within itself, not with Islam
Lo dimostrano articoli come questo.
Friday, October 12, 2007
Gore 2008, una speranza per i repubblicani
Mercoledì 10 ottobre il New York Times ospitava a piena pagina questa lettera indirizzata all'ex vice presidente Al Gore e scritta dai volontari di Draft Gore, organizzazione di democratici convinti che "Gore sia la vera voce del partito e l'unico leader in grado di restituire la Casa Bianca agli americani".
Vincendo il Nobel per la pace, il neo salvatore del pianeta Terra sembra entrare nell'arena delle prossime presidenziali americane direttamente dalla porta principale.
La dimostrazione che Gore 2008 non sia solo una speculazione mediatica, ma qualcosina di più, arriva dall'incessante lavoro dei volenterosi draftgoriani, intenti a raccogliere in tutti gli Stati Uniti le firme necessarie all'ex vice presidente per partecipare alle prossime elezioni primarie.
Ma se il menu du jour suona come "America does not need another prize, we need another president", qui si copia/incolla e sottoscrive il primo commento a questo post:
"Global Warming and Al Gore. One is an unproven theory and the other is a proven loser. That’s something to which we can look forward."
Ps. Letture fortemente consigliate sull'argomento: l'Istituto Bruno Leoni e The Right Nation.
Vincendo il Nobel per la pace, il neo salvatore del pianeta Terra sembra entrare nell'arena delle prossime presidenziali americane direttamente dalla porta principale.
La dimostrazione che Gore 2008 non sia solo una speculazione mediatica, ma qualcosina di più, arriva dall'incessante lavoro dei volenterosi draftgoriani, intenti a raccogliere in tutti gli Stati Uniti le firme necessarie all'ex vice presidente per partecipare alle prossime elezioni primarie.
Ma se il menu du jour suona come "America does not need another prize, we need another president", qui si copia/incolla e sottoscrive il primo commento a questo post:
"Global Warming and Al Gore. One is an unproven theory and the other is a proven loser. That’s something to which we can look forward."
Ps. Letture fortemente consigliate sull'argomento: l'Istituto Bruno Leoni e The Right Nation.
Subscribe to:
Posts (Atom)